La Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio ospita numero opere di pregevole valore artistico, tra le quali la celebre “Madonna dei Pellegrini” del Caravaggio.
All’interno della Basilica agostiniana di Sant’Agostino sono ospitate numerose opere artistiche di particolare rilievo storico-artistico.
Sulla destra dell’ingresso principiale troviamo la celebre Madonna del Parto del Sansovino, tra le più venerate madonne romane e protettrice delle partorienti.
Di Andrea Sansovino è, nella navata centrale, il gruppo marmoreo “Sant’Anna che riunisce in un unico abbraccio la Vergine Maria ed il Bambino” facente parte di un ciclo di 12 storie della vita della Vergine che sovrastano i pilastri sostenenti le arcate a tutto sesto. Attorno ad esso era tradizione, nel giorno di Sant’Anna, che tutti i poeti romani vi appendessero i propri componimenti poetici.
Sopra al gruppo scultoreo di Sant’Anna vi è l’affresco di Raffaello raffigurante il Profeta Isaia, anch’esso databile tra il 1511 ed il 1512.
Proseguendo nella navata centrale si giunge all’altare maggiore, progettato dal Bernini nel 1627 e realizzato da Orazio Torriani. Venne inagurato nel 1628, al centro vi è l’icona bizantina raffigurante la “Vergine con Bambino” proveniente dalla chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli.
La Cappella di Santa Chiara ospita la pala d’altare di Sebastiano Conca e gli affreschi di Girolamo Nanni. Nella cappella di Sant’Apollonia troviamo la Santa raffigurata da Girolamo Muziano mentre i dipinti al lato dell’altare e sulla volta sono di Francesco Rosa.
Di particolare importanza la terza cappella, dedicata alla Santa Agostiniana Santa Rita da Cascia, realizzata dall’allievo del Bernini Giovanni Contini. L’altare ospita l’Estasi della Santa di Giacinto Brandi.
Sempre nella navata destra la Cappella di San Pietro che ospita il gruppo marmoreo di Giovanni Battista Cassignola, realizzato nel 1569. Chiude la navata destra la Cappella del Crocifisso che ospita un pregevole Crocifisso ligneo del XVI secolo davanti al quale, secondo la tradizione, era solito recarsi in preghiera San Filippo Neri.
Nel transetto vi sono due cappelle, quella di destra è la Cappella di Sant’Agostino che ospita l’opera del Guercino “Sant’Agostino tra San Giovanni Battista e San Paolo Eremita” ed ai lati due opere di Lanfranco dedicate al Santo: “S. Agostino lava i piedi al Redentore” (a sinistra) e “S. Agostino sconfigge le eresie” (a destra).
A sinistra vi è invece la Cappella di San Tommaso da Villanova ricca di marmi pregiati ed opera di Giovanni Baratta. L’opera dedicata al Santo, che si trova sull’altare, è di Melchiorre Caffà.
Accanto all’altare le cappelle di San Nicola da Tolentino e Santa Monica, con dipinto di Giovanni Gottardi ed affreschi di Giovanni Battista Ricci: nella cappella riposa Santa Monica, madre di Sant’Agostino. Accanto, la cappella dedicata ai Santi Agostino e Guglielmo, uno dei capolavori di Lanfranco con all’interno le opere “S. Guglielmo curato dalla Vergine”, “S. Agostino medita sulla Santa Trinità” e, sull’altare “l’Incoronazione della Vergine con i Santi Agostino e Guglielmo”; l’affresco nella lunetta mostra gli “Apostoli intorno alla tomba vuota della Vergine”, mentre sulla volta “l’Assunzione della Vergine”.
Le pareti e la volta della navata centrale accolgono un ciclo di affreschi realizzato fra il 1858 ed il 1868 da Pietro Gagliardi. Nei grandi riquadri al di sopra degli archi sono rappresentate dodici Storie della Vita della Vergine, e, tra i grandi finestroni, sei celebri eroine del Vecchio Testamento, Rebecca, Ruth, Giaele, Giuditta, Abgail ed Ester; nella zona superiore, entro clipei, troneggiano angeli con cartigli ed emblemi che si riferiscono agli episodi sottostanti; nelle vele della volta spiccano due grandi tondi a fondo azzurro con le figure di David e Abramo, motivi ornamentali e Storie del Vecchio Testamento a monocromo, con al centro lo stemma quattrocentesco in travertino e oro con l’emblema cardinalizio.
La navata sinistra ospita, nella prima Cappella della Madonna di Loreto, uno dei massimi capolavori del Caravaggio: la Madonna dei Pellegrini. L’opera venne donata alla Chiesa dall’autore come ringraziamento per l’asilo concesso al pittore quando vi si rifugiò per fuggire all’arresto dopo aver ferito, nella vicina Piazza Navona, per vicende amorose un notaio.
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